giovedì 12 novembre 2009

La Donna nell'antico Egitto

Le condizioni della donna all’interno della società antica erano differenti a secondo delle differenti società, dalle differenti tradizioni e soprattutto dai differenti credi religiosi.
Una religione con a capo una divinità maschile suggerisce una società patriarcale, dove la donna non aveva pieni poteri, dal possesso paterno passava al possesso coniugale. Un esempio di ciò è possibile intravederlo nella società dell’antica Grecia, dove dio indiscusso era Zeus, lui rispecchiava per alcuni aspetti l’uomo ellenistico, invece la donna aveva un ruolo molto marginale nella società e nelle poleis stesse.
Ciò però non accadeva nell’antico Egitto. Le donne egiziane rispetto alle altre donne contemporanee, vivevano in una situazione privilegiata. I diritti della donna egizia erano al pari, per alcuni aspetti, all’uomo. Poteva regnare come un faraone, ereditare come un uomo, intentare cause, vendere i propri possedimenti e perfino divorziare e avere un successivo marito.
Nel pantheon egizio troviamo molte divinità femminili molto più potenti di alcune divinità maschili( un esempio di ciò è Iside) e proprio la religione egiziana, a mio avviso, rispecchia la condizione della donna nella società.
La differenza tra condizione della donna in Egitto e in Grecia può anche essere testimoniato dal fatto che nel primo Paese figura e istituzione centrale era il Faraone visto come la personificazione dell’Egitto, in Grecia invece l’unità centrale dell’organizzazione sociale era la famiglia piuttosto che un io individuale, rendendo il capofamiglia il portavoce di tutto ciò che accadeva in casa.
Il matrimonio in Egitto non aveva vincoli sacri o particolari vincoli di appartenenza ad un uomo, infatti era una semplice trasferimento dell’uomo o della donna o di entrambi in un’abitazione dove la vita quotidiana veniva svolta insieme.
Un divorzio avveniva semplicemente con un ritorno, da parte della donna, nella casa dei genitori e la dote donata durante le nozze veniva restituita.
Una donna appartenente alla comunità popolare egizia doveva mantenere anche lei la famiglia, curare la prole, provvedere a preparare il cibo quotidiano e ad ampliare il numero della famiglia.
Le donne potevano improvvisarsi commercianti, in quanto nell’antico Egitto non esisteva una forma monetaria ma ancora il sistema del baratto, quindi la donna poteva barattare ciò che cresceva nel proprio orto con altri prodotti di prima necessità.
Ma non tutto era così limpido infatti, malgrado non esistesse una differenza di fronte alla legge tra uomo e donna, i guadagni di quest’ultima erano limitati alla cerchia del proprio focolare. Poteva amministrare i beni del marito, ma un vedova non poteva sfruttare i propri beni e arricchirsi con essi, infatti l’unica soluzione per fare ciò, era risposarsi o essere aiutata da un parente appartenente all’altro sesso. Le donne trovarono una via di uscita a questa situazione cercando un guadagno nel ramo tessile, è grazie a loro se gli antichi egizi giravano vestiti!
Anche se raramente, una donna egizia poteva intraprendere la professione medica, alcune fonti ci tramandano la notizia di una prima donna medico proveniente dall’Egitto.
Nella società egizia solo una piccola percentuale della popolazione era alfabetizzata, ed erano certamente gli scribi e gli appartenenti ad alcune caste sociali, fra questa piccola percentuale figurano anche donne che intrapresero la carriera dello scriba.
Le donne giunsero sino al governo del Paese, anche se “l’ufficio faraonico” era prettamente maschile. Le donne faraone nella storia egizia furono sei: Nitocris, Sobekneferu , Ahhotep I la regina guerriera, Hatshepsut il faraone donna, Nefertiti la bella che viene, Cleopatra. Queste sei regine o meglio queste sei faraoni donne ebbero nelle proprie mani l’intero potere amministrativo, giuridico e tutto ciò che comportava la reggenza del Pese dalla Terra Nera.
Però il potere faraonico assunto dalle donne non era concesso dalle divinità e quindi si cercava di legalizzarlo recandosi presso gli oracoli avendo così una legalizzazione divina. Questo perché la donna era un essere umano invece il faraone era l'incarnazione della divinità e quindi non necessitava di una legalizzazione divina del potere. Infatti secondo il credo egizio il dio si univa con l’umana per generare una prole che racchiude in se l’incarnazione divina ( meccanismo simile al cristianesimo), la prole a sua volta divenuti faraone in terra, trasmettevano, sempre tramite una donna umana, il potere divino ai successori eredi.


(foto: statua di Hatshepsut By User:Postdlf /wiki)

2 commenti:

  1. interessantissimo post sopratutto perchè parli delle condizioni della donna nell'antico egitto e quindi mi dai delle informazioni utilissime. grazie.

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  2. grazie a te per il tuo gentile commento

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