martedì 25 settembre 2018

Scoperta a Cuma una tomba del II a.C. con pitture parietali raffigurante un banchetto

Un banchetto per l’eternità sulle pareti della tomba del II a.C. scoperta a Cuma

Campi Flegrei scoperta Tomba del II a.C a Cuma. Ph: facebook parco archeologico Campi Flegrei
Scoperta Tomba nei Campi Flegrei – Come si legge sulla nota del Parco archeologico dei Campi Flegrei, Priscilla Munzi, ricercatrice del Centre Jean Bérard (CNRS – École française de Rome) e Jean-Pierre Brun, professore del Collège de France, hanno svelato la loro ultima scoperta: una tomba dipinta datata al II secolo a.C., eccezionalmente conservata e le cui pitture immortalano una scena di banchetto.
Già dal  2001 lavorano con la loro équipe per riportare alla luce l’antica necropoli cumana.
Il direttore Paolo Giulierini che accolto entusiasta la scoperta ha commentato:
“Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei sostiene in forma sistematica la ricerca, con particolare riguardo a quella internazionale e considera il rapporto con il Centro Jean Bérard una collaborazione di altissimo profilo. La scoperta, che arricchirà il museo e il Parco, è in primo luogo fonte di grande progresso scientifico e storico”.
Lo scavo è stato realizzato grazie al sostegno finanziario del Ministère de l’Europe et des affaires étrangères, dell’École française de Rome e della Fondation du Collège de France. Le ricerche sono svolte nell’ambito di una concessione di scavo e ricerche del Ministero per i beni e le attività culturali e in collaborazione con il Parco archeologico dei Campi Flegrei.
La città di Cuma risulta due volte più grande della città di Pompei. E’ situata a 25 Km a ovest della città di Napoli, sulla costa tirrenica di fronte all’isola di Ischia e all’interno dell’attuale Parco archeologico dei Campi Flegrei.
Le fonti storiche la considerano come la più antica colonia greca d’Occidente, fondata da greci provenienti dall’Eubea intorno alla metà dell’VIII secolo a.C.
(articolo su vivicentro.it)

domenica 9 settembre 2018

Pompei, ritorna alla luce la fontana del “Bianconiglio”

Proprio dalle Regio V, dove si sono concentrati gli scavi  in questi ultimi mesi, riemerge la fontana a cui apparterrebbe la statua del coniglio

Ph Massimo Osanna, Fontana Regio V
PompeiAvevamo pubblicato ieri un articolo su un ritrovamento postato dal Direttore Massimo Osanna di un coniglietto di cui avevamo ipotizzato fosse un elemento ornamentale di una fontana (articolo qui).
Il direttore ancora una volta ci delizia con altre immagini di spettacolari ritrovamenti. Proprio dalle Regio V, dove si sono concentrati gli scavi proprio in questi ultimi mesi, riemerge la fontana a cui apparterrebbe la statua del coniglio.
Dalla domus su cui gli archeologi stanno concentrando le proprie, dal giardino è venuta fuori dai cumuli di lapilli e terra un’incantevole fontana decorata con colori policromi.
Piccoli tasselli di mosaico policromato adornano la fonte d’acqua posta sul giardino della Domus patrizia.
Il ritrovamento sembrerebbe ricordare la fontana  della “Casa della Fontana Piccola“, restaurata nel 2015. La Fontana-Ninfeo di questa domus era riccamente decorata con mosaici variopinti e statue.
Ancora un nuovo elemento che sbalordisce il pubblico di appassionati. Ciò che colpisce non è sua unicità, ma per la bellezza che ne racchiude in ogni piccola tessera che compone la fontana.
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Articolo su vivicentro.it

sabato 8 settembre 2018

Il “vaso delle meraviglie”, centinaia di monete d’oro in un vaso inedito, nuova scoperta a Como

Ciò che sorprende gli studiosi è la forma del recipiente, che al momento non troverebbe riscontro fra quelli trovati nella zona

scoperta archeologica como 2018
Scoperto il vaso delle meraviglie – A darne l’annuncio è proprio il MiBAC. Centinaia di monete d’oro di epoca imperiale sono state rinvenute all’interno di un recipiente in pietra ollare.
Ciò che sorprende gli studiosi è la forma del recipiente, che al momento non troverebbe riscontro fra quelli trovati nella zona.
La scoperta risalirebbe a mercoledì in pieno centro a Como, durante gli scavi archeologici effettuati all’interno del cantiere di ristrutturazione dell’ex teatro Cressoni.
I lavori di scavo sono condotti, poco lontano dall’area del foro di Novum Comum, che avevano già portato al rinvenimento di altri importanti reperti di età romana.
La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, che ne ha la direzione scientifica dello scavo, ha provveduto trasportare lo spettacolare ritrovamento nel laboratorio di restauro del Mibac a Milano.
Gli archeologici, insieme al lavoro dei numismatici, stanno cercando di portare fuori tutte le monete d’oro all’interno del recipiente.
Il ministro dei beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli ha affermato:
“Non conosciamo ancora nei dettagli il significato storico e culturale del ritrovamento, ma quell’area sta dimostrando di essere un vero e proprio tesoro per la nostra archeologia. Una scoperta che mi riempie di orgoglio”.
Secondo quanto affermato  dal  Soprintendente Luca Rinaldi,
“Questo ritrovamento dimostra l’efficacia dell’azione di tutela, conoscenza e valorizzazione svolta dal Ministero attraverso le Soprintendenze e incoraggia un impegno ancor più concreto nell’estendere la prassi dell’archeologia preventiva anche in contesti di interventi di iniziativa privata”.
Lunedì 10 settembre, alle 11:30, presso la sede della Soprintendenza in Via De Amicis 11 a Milano, si terrà la conferenza stampa di presentazione del rinvenimento e dell’analisi delle prime 27 monete estratte. All’incontro con la stampa saranno presenti il Soprintendente Luca Rinaldi,  la responsabile dell’Area Funzionale Archeologia della Soprintendenza Barbara Grassi, l’archeologa esperta numismatica della Soprintendenza M.Grazia Facchinetti e  il capitano Francesco Provenza, del Nucleo Carabinieri Tutela di Monza”
scoperta archeologica como 2018
scoperta archeologica como 2018


scoperta archeologica como 2018

scoperta archeologica como 2018

Come dal “Paese delle Meraviglie”, dai lapilli di Pompei sbuca fuori un coniglio

Ultima piccola e curiosa scoperta proveniente dalla Regio V è la scoperta di un oggetto fittile raffigurante un coniglio, sembrerebbe stato creato in pietra calcarea bianca

Pompei Regio V scavi 2018
Pompei – Ci affascina per l’immutato sapore storico e archeologico che si respira all’interno del Parco Archeologico. Ci affascina per le continue scoperte che sbucano fuori dagli scavi mai fermati all’interno della Pompei romana.
Ultima piccola e curiosa scoperta proveniente dalla Regio V è la scoperta di un oggetto fittile raffigurante un coniglio, sembrerebbe stato creato in pietra calcarea bianca.
La fine manifattura con cui è stato eseguito la piccola statua “animali forma”sembra quasi renderlo vivo.
Sicuramente il reperto ritrovato tra i lapilli pompeiani potrebbe fungere come elemento di ornamento di una fontana. Infatti osservando attentamente la foto postata sui social dal Direttore Massimo Osanna, dalla piccola bocca si intravede uscire un tubicino.
Il sito di Pompei giorno dopo giorno ci regala esilaranti ritrovamenti. Scoperta dopo scoperta vanno  a riempire gli spazi cronologici appartenuti ai momenti di massimo splendore della città.
Articolo su vivicentro.it

venerdì 7 settembre 2018

Pompei, turista usa una fontana di 2000 anni per lavare i piedi

Il turismo che che indigna per l’offesa nei confronti della della storicità dei nostri siti archeologici

Pompei –  Nuovo polverone sull’inciviltà di alcuni turisti nei confronti della storicità dei nostri siti archeologici.
L’ultima indignazione è sorta per un fatto accaduto al Parco archeologico di Pompei domenica scorsa. Era quasi l’ora di chiusura quando, come dimostrano alcuni scatti, un turista avrebbe pensato bene di rinfrescarsi i piedi lavandoli in un’antica fontana di 2000 anni.
Sul bordo della vasca avrebbe appoggiato i sandali e senza curarsi dell’antichità del manufatto si è seduto sul bordo e avrebbe approfittato dell’acqua fresca per lavarsi i piedi.
Le fontane da quasi due anni sono state restaurate e dotate di un rubinetto in bronzo per bere l’acqua potabile durante la calura estiva.
Di certo, quando si è pensato di rendere funzionali le antiche fontane non si era pensato a questo bizzarro e irrispettoso uso.

Dalle acque del Castel dell’Ovo a Napoli, spuntano le mura del porto greco

Le ultime scoperte archeologiche riguardano il rinvenimento di un tratto murario databile al VII secolo a.C. iò confermerebbe un primo approdo greco sull’isolotto  di Megaride

Napoli, scoperte mura porto greco 2018. Ph: facebook santa lucia il borgo dei luciani
Napoli –  Continuano le scoperte archeologiche sul tratto di mare su cui si affaccia Castel dell’Ovo.
La missione condotta dalla Iulm di Milano in collaborazione con la soprintendenza archeologica della città di Napoli e Marenostrum Archeoclub d’Italia già nel 2016 aveva portato alla luce alcuni tratti di un porto di epoca greca.
Le ultime scoperte archeologiche riguardano il rinvenimento di un tratto murario databile al VII secolo a.C.
Le mura tufacee, secondo le iniziali ipotesi, circondavano l’antico porto del primo approdo greco di quella che poi sarebbe stata la vera e propria colonizzazione di Napoli.
Il primo approdo avvenne, secondo le testimonianze letterarie, sull‘isolotto di Megaride con l’istituzione della colonia di Palepoli, questo costituiva al’inizio uno scalo commerciale per le navi che giungevano dalla Grecia.
Filippo Avilia, archeologo e docente della Iulm di Milano spiega il nuovo ritrovamento:
“Le mura che stiamo studiando sarebbero databili all’VII secolo a.C. Sembrerebbero confermare l’ipotesi dell’approdo nell’attuale area del Castel dell’Ovo. Siamo ancora in fase di studio e proprio come in una inchiesta poliziesca, le indagini proseguiranno proprio per cercare ulteriori prove a supporto delle nostre teorie. Tutto però ci lascerebbe supporre che stiamo investigando nella giusta direzione”.
Questa ipotesi confermerebbe alcune tesi che avrebbero ipotizzato l’esistenza di un approdo greco precedente alla fondazione di Napoli. Presto queste strutture potranno essere visibili a tutti, con percorsi elaborati anche per i  diversamente abili.
Rosario Santanastasio di Marenostrum afferma:
“Stiamo pensando proprio a tutti. Il nostro obiettivo è di rendere fruibili questi percorsi anche perché darebbe la possibilità a tutti di andare a vedere da vicino il mondo sommerso a pochi passi da noi. Tutto sommato siamo a pochi metri sotto il livello dell’acqua e questo consente a tutti di seguirci in immersione, in maniera affascinante e totalmente sicura”.
Articolo di vivicentro.it 

Scoperta a Cuma una tomba del II a.C. con pitture parietali raffigurante un banchetto

Un banchetto per l’eternità sulle pareti della tomba del II a.C. scoperta a Cuma Campi Flegrei scoperta Tomba del II a.C a Cuma. Ph: fa...