sabato 31 ottobre 2009

La Notte di Samhain

Per gli antichi celti la notte tra il 31 Ottobre e il primo di Novembre si celebrava la Notte di Samhain, l'oscurità che separava il periodo estivo dedicato all’agricoltura dal periodo delle tenebre, l’inverno. Questa era una notte magica e carica di mistero, infatti era il periodo in cui la porta tra il mondo degli spiriti e il mondo della vita era spalancata e permetteva ai due mondi di comunicare fra loro. Fra i celti d’Irlanda vi era la convinzione che durante la notte di Samhain, gli spiriti ritornassero sulla terra per impossessarsi dei corpi dei vivi, per questo motivo nei villaggi ogni focolare era spento. I druidi spegnevano il Fuoco Sacro per riaccenderlo il mattino seguente nell’altare posto su una cima, chiamato Fuoco Nuovo, (simbolo del nuovo anno).
Chi era costretto a viaggiare durante questa notte per intimorire gli spiriti e impedire loro di impossessarsi del corpo, indossava una maschera in modo da incutere loro terrone.
Il primo Novembre per i celti fu anche il primo giorno del nuovo anno in cui si celebravano due tipi di giochi strettamente legati al matrimonio e alla fertilità, infatti elemento principale di questa festa era la mela.
Con il passare del tempo la festa di Samhain fu cristianizzata dai romani, gli spiriti non erano più i potenti antenati che tornavano sulla terra, ma figli e seguaci del demonio che arrivavano sulla terra dei vivi per portare l’uomo alla perdizione.
Per eliminare ogni traccia di paganesimo celtico fra la popolazione, i cristiani spostarono la loro festa di Ognissanti, che celebrava il martirio e i martiri, da maggio al primo di novembre, nella speranza di sradicare ogni forma di idolatria dalla memoria popolare, ma così non fu.
Le celebrazioni sociali dell’uomo non possono essere considerate solo per una determinata società, un albero può avere tanti rami, ma un unico tronco.

giovedì 29 ottobre 2009

Le prime forme Bancarie nell'antichità

Primordiali forme bancarie furono inventate secondo gli studiosi in Iraq intorno al II millennio a.C. Le sacre prostitute dei templi babilonesi riuscivano a racimolare durante l’anno enormi accumuli di ricchezza. Il denaro custodito dai templi veniva prestato a chi si trovava in grandi difficoltà: poveri contadini, uomini di ceto sociale elevato che per vizi o sventure si trovavano ormai nella via del fallimento sociale ed economico. Come sempre dico: “ Spesso l’uomo moderno non ha inventato nulla di nuovo rispetto al passato”.

(foto: sigillo di una famiglia babilonese che prestava servizio in un tempio)

mercoledì 28 ottobre 2009

Bluestonehenge: un sito per la cremazione?

Mike Parker Pearson insieme ad un team di archeologi, ha scoperto un sito a 2 km di distanza da Stonehenge denominato Bluestonehenge (o Bluehenge nei primi rapporti).
Nel 2008 e nel 2009 gli scavi erano focalizzati in un viale trovato nei pressi di Stonehenge, vicino alla strada furono trovate due fosse larghe circa 20-22 metri. Alcuni studiosi definirono queste buche di origine naturale. Gli avvallamenti erano in allineamento col solstizio e quindi furono utilizzati dagli autori di Stonehenge come ubicazione del viale. Quando Parker stava scavando vicino al fiume Avon, scoprì che la fine del viale era più stretto rispetto alla parte iniziale, misurava solo 18 metri di larghezza e successivamente trovarono il sito adesso denominato Bluestonehenge risalente al 2400 a.C.
Il viale che conduce da Stonehenge fino a Bluestonehenge non ha un percorso diritto ma è curvilineo, secondo Parker questo è dovuto alla topografia dell’area.
Bluestonehenge è costruito quasi con lo stesso procedimento di Stonehenge, anche se in scala minore: con un contorno di fosse e una serie di buche al centro poste a forma di cerchio. Le pietre sono leggermente diverse, questo testimonia che il nuovo sito fu costruito da squadre di operai ben diverse da quelle di Stonehenge.
A Bluestonehenge sono state trovate degli avvallamenti dove erano presumibilmente collocate delle pietre che pesavano circa quattro tonnellate e delle depressioni sul terreno che mostrano come i monoliti furono trascinati quando furono rimossi, forse per ampliare il sito di Stonehenge. Le buche contengono delle tracce di pietra blu, simili a quelle sul sito di Stonehenge, un ulteriore conferma del collegamento tra i due siti. Gli studiosi cercano di dare una risposta alla domanda : “ Quando il sito fu smantellato?”, la risposta può essere fornita da Stonehenge stesso.
Le pietre furono trasportate sino al sito per una distanza di 240 miglia (dal Galles), alcuni affermano che il trasporto sia avvenuto grazie al fiume Avon, ma Parker ha molti dubbi a proposito.
Secondo i ritrovamenti e le teorie logistiche, il nuovo sito potrebbe essere una zona crematoria, testimonianza di ciò è il ritrovamento di 60 sepolture a Stonehenge e la presenza di carbone in alcune buche a Bluestonehenge e Stonehenge stesso.
Secondo Parker chi ha costruito il sito potrebbe essere gente gallese insediati nell’area circostante. Per affermare questa teoria , gli studiosi dovranno eseguire un’analisi approfondita sul DNA delle ossa cremate e fortunatamente i denti ritrovati potranno permettere questo tipo di esame.
Secondo le teorie dello studioso i defunti venivano commemorati a Durrington, nel regno dei vivi e poi trasportati sul fiume Avon fino a Bluestonehenge. In questo luogo avveniva la cremazione e le ceneri venivano trasportate nel regno dei morti a Stonehenge per la sepoltura.
Gli studi e gli scavi attorno l’area di Stonehenge non sono terminati e credo che non lo saranno fino a quando la terra non ritornerà all’uomo il suo intero passato.


( foto: raffigurazione del rituale. by the University of Manchester of the Blue Stonehenge in western England)

martedì 27 ottobre 2009

Avranno trovato il labirinto del Minotauro?

All’interno di una cava nell’isola di Creta presso Gortyna è stato trovato un laborioso e intricato labirinto e secondo alcuni studiosi si tratterebbe del famoso labirinto costruito da Dedalo per custodire il Minotauro.
Ma la leggenda riporta che il labirinto fu costruito sotto il Palazzo di Cnosso e questo sito si trova invece a 20 miglia da esso.
Le grotte sono note ai locali come “Le grotte di Labyrinthos”, furono visitate già durante il medioevo (XII secolo), ma inseguito alla scoperta del palazzo di Cnosso, in parte scoperto nel 1878 da Minos Kalokairinos, il sito perse importanza.
Gli studiosi hanno costatato inoltre, che il sito di recente è stato preda dei ladri, intenzionati a far saltare con la dinamite alcune camere interne nella speranza di trovare qualche monile con valore economico.
Alcuni studiosi, forse mossi dalla possibile gloria, forse mossi dal sogno di una vita, vedono in questo cunicolo il labirinto tanto cercato e decantato nelle leggende greche.
A mio avviso, senza un’iscrizione, un rilievo o un piccolo indizio, nessuno può confermare se quella cava piena di cunicoli sia da identificare con il labirinto del Minotauro e quindi per il momento questo episodio rimarrà un mistero.

(foto. raffigurazione del minotauro- Painter of London E 4)

lunedì 26 ottobre 2009

Il primo uomo, la prima donna e Prometeo

Quando la reggenza divina passò da Crono a Zeus, l’età dell’oro per la specie umana terminò. Virgilio nelle “Georgiche” narra come l’uomo si trovò in una valle desolata fatta di lavoro, malattie e sacrifici.
Ma chi fu a “inventare l’uomo”, non esiste una risposta unanime.
Secondo alcuni l’uomo nacque nelle stesse modalità in cui nacquero i frutti e le creature della terra. Così si parla di primi uomini come Alalcomeneo, venne al mondo dalla terra della Beozia o come Pelasgo sorto dalla terra di Arcadia e ancora Garamante.
Ogni terra nella sua tradizione orale possedeva la “storia del primo uomo”, questi racconti erano simili per ogni civiltà: un uomo sorto dalla terra, costretto al lavoro e non sempre considerato dalle divinità.
Il mito di Prometeo ci narra di come sia nato l’uomo e di come i mali siano arrivati sulla terra.
Prometeo era figlio del titano Giapeto e Climene appartenente alle Oceanine , era una creatura dall’intelligenza vivace e per questa peculiarità Atena lo volle come suo discepolo per trasmettergli le conoscenze che la rendevano la più saggia fra gli dei. Pare che la dea gli avesse permesso di plasmare gli esseri umani a immagine e somiglianza degli dei ( vi ricorda qualcosa questa frase?) impastando la creta con l’acqua del fiume Panopeo che scorreva nella terra della Focide. La stessa dea avrebbe provveduto a donare un soffio vitale a queste creature plasmate da Prometeo.
La realizzazione della specie umana fu concessa dagli dei a Prometeo e al fratello Epimeteo, questi inoltre ebbero il compito di donare alle varie specie terrestri gli elementi necessari per vivere. Epimeteo, iniziò a distribuire i doni senza l’aiuto del fratello e diede tutto quello che gli dei avevano messo a disposizione agli animali e non ebbe così più nulla da distribuire agli uomini. Questo fu il motivo per cui prometeo rubò agli dei il fuoco per donarlo agli uomini e iniziarli alle arti di Efeso e Atena.
Secondo invece Eschilo, il famoso tragediografo, il furto fu compiuto quando già gli uomini esistevano da tempo e conoscevano le arti di Efeso. Zeus si adirò con Prometeo per timore che gli uomini potessero diventare troppo potenti, così decise di distruggerli ma Prometeo lo dissuase.
Prometeo successivamente raggirò Zeus circa le modalità di distribuzione delle carni dei sacrifici, Il dio padre lo punì togliendo il fuoco all’umanità.
Prometeo decise di ridare il fuoco agli uomini con l’aiuto di Atena che riuscì a farlo intrufolare nell’Olimpo. Giunto nel luogo degli immortali, accese una torcia dal carro del sole e nascose il tizzone acceso nel gambo cavo di un grosso finocchio, indisturbato tornò fra gli uomini.
Zeus si accorse del tradimento da parte di Prometeo e lo punì atrocemente, infatti fu incatenato in una rupe del Caucaso dove un’aquila o un avvoltoio gli divora il fegato incessantemente ( alcune tradizioni narrano che il fegato ricresce ogni giorno e ogni giorno l’uccello torna a divorarlo).
L’uomo fu invece punito con la creazione della donna ( è evidente come ogni religione, ogni mitologia sia stata inventata da esseri maschili).
Tutti i racconti sull’origine dell’uomo hanno in comune la creazione iniziale del genere maschile e una donna come fonte di guai. Secondo Esiodo i guai nacquero proprio con una donna, Pandora.
Zeus ordinò a Efeso di plasmare la prima donna dalla creta, il vento le donò la vita e le dee donarono gli elementi tipici del carattere femminile. Questa prima donna fu mandata in dono a Epimeteo che si rifiutò di accettarla perché Prometeo lo aveva messo in guardia sugli inganni di Zeus. Ma Epimeteo fu costretto ad accettare Pandora e a sposarla. Pandora non rispecchiava ciò che il suo nome voleva intendere, la “ricca di tutti i doni”, era una donna pigra e irresponsabile. Infatti, ignorando le raccomandazioni fatte a Epimeteo dal fratello quando gli donò il famoso vaso, non seppe resistere dalla tentazione e lo aprì. Nel vaso erano rinchiusi tutti i mali e le miserie che potevano affliggere l’umanità: la vecchiaia, il duro lavoro, le malattie, la follia, le passioni disastrose, etc. il vaso conteneva anche la Speranza unico elemento che poté illudere l’uomo in una vita quotidiana più serena.


(foto:rappresentazione di Atena e Prometeo su una Kylix, una coppa per il vino)

venerdì 23 ottobre 2009

Il Teatro nell'antichità.

Tutti sappiamo cos’è un teatro e di come sia giunto sino a noi tramite alterazioni dall’antica Grecia. Personalmente adoro molto il teatro riesce a trasmettermi qualcosa che lo schermo cinematografico non riuscirà mai a donarmi. L’anno scorso trovandomi a Siracusa andai a vedere le rappresentazioni classiche che si tenevano nel famoso teatro greco, un’esperienza unica nel suo genere. Credo che almeno una volta l’uomo debba provare una sensazione simile, ero lì, nella proedria (prima fila), l’odore della pietra antica giungeva ai miei sensi facendomi giungerei in un’epoca fatta di riti e magie. Gli attori sulla scena sembravano posseduti dai veri protagonisti della tragedia. Poche volte nella vita si assapora un’esperienza simile.
Ogni città greca possedeva un teatro, infatti gli elementi che contrddistinguono una polis (città stato) di epoca classica da una di epoca medievale o moderna sono: la presenza di un teatro, un’agorà e un ginnasio. Dopo l’anno 1000 d.C. questi tre edifici, con il cristianesimo che già dal I secolo d.C. iniziò a diffondersi, cessarono di esistere. Il cristianesimo introdusse una nuova concezione del corpo e dello spirito, infatti le olimpiadi era un evento dove il corpo faceva da padrone e fu proprio Teodosio nel 390 a.C. ad abolirle. Anche il teatro subì la stessa sorte, ma il cristianesimo non pose un’alternativa ad un evento tanto amato dalla popolazione, la chiesa vedeva la scena teatrale come un luogo di corruzione e falsità. Gli stessi attori considerati seguaci del demonio non venivano sepolti in terra sacra. Quando infatti studiai storia del cristianesimo, ciò che destò la mia perplessità fu la clausola posta dai cristiani per entrare nella loro cerchi, fra i tanti limiti un adepto non doveva essere attore. Il nome teatro proviene da Teatron ( vedere) o Drama.
Il teatro non era solo un luogo dove ascoltare e vedere le rappresentazioni tragiche, ma costituiva un elemento base per la gestione della vita collettiva, infatti era identificato come una struttura politica. Il teatro fu una delle espressione più elevate della civiltà greca del V secolo a.C. , inoltre aveva un ruolo educativo per il popolo, che mediante le tragedie osservava sulla scena i problemi che la propria città attraversava in quel momento.
Il teatro greco nasce con Pisistrato nel 535 a.C. La scena teatrale è collegata al dio Dioniso, re dell’ebbrezza e della perdita di personalità, un attore doveva proprio rispecchiare questa sua ultima caratteristica. Il primo teatro fu costruito in legno, sappiamo ciò da una notizia pervenutaci da antichi scritti, dove si narra che scoppiò un incendio e il teatro bruciò, anno veniva smontato e rimontato. Nel 400 a.C. il teatro fu costruito in forma monumentale e quindi in pietra, assumendo così la forma che oggi conosciamo.

Vi propongo di seguito una legenda da seguire osservando l’immagine:

  1. Orchestra: dove si esibiva il coro
  2. Altare dedicato a Dioniso: collocato al centro dell’orchestra
  3. Canale di scolo: destinato a raccogliere l’acqua piovana
  4. Cavea: insieme delle gradinate dove venivano accolti gli spettatori
  5. Centurie: strutture che dividevano orizzontalmente la cavea in varie zone
  6. Cunei: settori in cui era divisa la cavea
  7. Scale: delimitavano e consentivano l’accesso ai vari settori della cavea
  8. Proedria: la prima fila di sedili che costituivano i posti d’onore
  9. Accessi: entrate laterali all’orchestra
  10. Proscenio: in origine era una pedana di legno collocata davanti alla skenè (scena), dal IV secolo a.C. in poi indicò una costruzione alta circa 2 metri sul piano dell’orchestra
  11. Palcoscenico
  12. Scena
( foto: "storia e testi della letteratura greca)

Ritrovato tempio dedicato a Nemesi

Un altro monumento è uscito dalle tenebre della terra. Durante gli scavi a Izmir (antica Smirne) per riportare alla luce un’antica Agorà, sono state trovate le fondamenta di un tempio dedicato alla dea Nemesi, la dea della giustizia compensatrice. La dea puniva gli uomini che non facevano buon uso dei doni distribuiti dalla buona sorte.



(Foto: Agorà di Smirne (immagine di Hürriyet)

giovedì 22 ottobre 2009

Il Primo Orologio

La presunzione dell’uomo moderno è così vasta da credere che ogni cosa meccanica sia stata inventata nell’età contemporanea.
Lo sapevi che il primo orologio ad acqua fu inventato dagli egizi intorno al 1500 a.C.?
Nella tomba del funzionario Amenemhet fu trovata, tempo fa, un’iscrizione che riportava la notizia di questo orologio ad acqua inventato da lui stesso. Il marchingegno aveva un processo meccanico molto semplice. L’orologio era costituito da un vaso, quello trovato a Karnak era stato ricavato da una pietra calcarea in calcite-alabrastro, all’interno vi erano dei fori e questi indicavano il trascorrere delle ore, invece sul fondo era presente un’ apertura per la fuoriuscita dell’acqua. Per capire quando un’ora era già trascorsa, gli egiziani osservavano il livello dell’acqua in corrispondenza dei fori. Ma i giorni egiziani non erano simili ai nostri, infatti alcuni erano più corti e quindi i vasi utilizzati in quei giorni avevano fori differenti.
Personalmente non ho mai visto un orologio a vaso, così a seconda delle informazioni che possedevo ne ho disegnato uno, ovviamente è un ipotetico orologio a vaso, ma credo il mio schizzo non si allontani molto dall’originale.
L’uomo antico ha creato l’uomo moderno, le invenzioni moderne (non tutte ovviamente) sono frutto di rivisitazioni delle invenzioni antiche. Quindi guardimo un pò più al passato per ritrovare il nostro presente.

martedì 20 ottobre 2009

Acanto, la ninfa amata da Apollo ed Elio

Cercando fra i meandri della mia mente mi è venuto in mente un altro personaggio mitologico anch’esso con leggenda malinconica alle spalle.
Strilli di tromba, oggi sulla scena del teatro mitologico troveremo Acanto.
La leggenda di Acanto non appartiene alla Grecia arcaica ma è un personaggio tardo. Acanto era una ninfa ed esistono due versioni della leggenda che narra le vicende di questa creatura.
Una prima leggenda la vedrebbe come una ninfa amata da Elio, il Sole che condivide con Apollo il ruolo di dio della luce solare. Quando la ninfa morì fu trasformata in fiore, che porta appunto il suo nome, che ama in modo particolare la luce del sole.
La seconda leggenda narra che la ninfa attirò su di se le attenzioni del dio Apollo, questo cercò di rapirla e Acanto in un atto di difesa lo graffiò sul viso. Il dio della luce per vendicarsi di questo affrontò, la trasformò in una pianta coperta di spine e amante della luce del sole.
La mitologia greca, come anche quella di molte altre civiltà, non è mai chiara. Non sempre è possibile avere delle notizie certe su un dato personaggio, ma questo non impedisce a noi, uomini moderni , di capire le tradizioni del passato.

  • Approfondimenti: le foglie di acanto venivano scolpite sul càlato del capitello corinzio. Era una decorazione comune nell’architettura greco e romana, in seguito fu ripresa in epoca rinascimentale.

(foto: pianta di acanto)

sabato 17 ottobre 2009

Bronzi di Riace in pericolo?

Tutti conoscono i famosi Bronzi di Riace, guerrieri senza tempo, fieri con sguardo quasi perso nel tempo. In questo ultimo periodo i due Bronzi sono oggetto di polemiche e di contrasti sorti dopo la decisione di trasferire le due statue a Roma per una manutenzione non bene specificata e chiarita. Ma il popolo custode dei due guerrieri ha paura che dietro a questa manovra si celi la voglia di rubare i due bronzi.
Alla domanda: quale diagnosi è stata effettuata e chi sarà il tecnico che curerà il restauro dei bronzi, nessuno ha saputo dare risposta. Questo evento appare molto strano non solo alla popolazione calabrese ma anche a me, infatti nel 1994 fu fatto un restauro ai due bronzi a porte aperte accogliendo un consenso da parte dei turisti e della popolazione stessa. Ciò che si disse in quell’occasione lo ricordo ancora adesso malgrado ero ancora un’adolescente, infatti chi di competenza studiò i bronzi, affermò che un movimento e trasporto delle due statue avrebbe potuto causare danni irreparabili ai due guerrieri e quindi il restauro fu organizzato in loco.
Cos’è cambiato oggi rispetto a ieri? Direi nulla, anzi i bronzi sono ancora più fragili rispetto al lontano 1994, nessun mezzo di trasporto o imballaggio moderno può sviare il pericolo di una possibile frattura alle due statue.
Un altro evento strano è stato quando il Consiglio di Stato nel luglio scorso ha stabilito che i Bronzi si possono duplicare, quando invece nel 2004 un referendum cittadino si era espresso contro, quindi la paura dei cittadini appare quasi fondata.
Le sfere alte hanno spiegato che i due bronzi saranno “curati” in occasione della chiusura del museo che ospita i due bronzi nel mese di novembre, alcune figure della politica calabrese, avrebbero messo a disposizione le proprie ville per effettuare i lavori senza causare traumi ai due guerrieri.
Per il prossimo anno il governo invierà pochissimi contributi se non addirittura 0 euro ai beni culturali sparsi in tutto il Paese, questo perché, loro dicono,di non avere abbastanza fondi, quindi io mi chiedo: come potrà far fronte ad una simile spesa?
Forse è solo paura di perdere un ulteriore tesoro della Storia Italiana, però come dice mia nonna: Fidarsi è bello ma non fidarsi è meglio!

(foto: primo piano del guerriero)

venerdì 16 ottobre 2009

Le prime protesi dentarie

Lo sapevi che i primi a produrre protesi dentarie parziali furono gli Etruschi? Intorno al 700 a.C. le protesi costruite da questa civiltà erano così efficaci da consentire a chi non possedeva denti, di godere dei sapori culinari. Ogni protesi poteva essere asportata per la pulizia oppure erano fisse ed ancorate ai denti originari.
Ma quali denti venivano impiantati? é da escludere quelli dei defunti, in quanto gli etruschi rispettavano i loro morti. Testimonianze archeologiche ci informano che i denti utilizzati per creare una dentatura ormai persa erano i denti dei bovini. Questi, segati e limati, cercavano di riprodurre il dente umano. Una fascia di metallo, chi aveva un certo ceto sociale utilizzava lamine d'oro, ancorava la protesi ai denti del paziente.


(foto: protesi dentaria)

giovedì 15 ottobre 2009

Akhenaton, fratello di Tutankhamon

Poco tempo fa mi sono trovata alle prese con l’amata materia: Egittologia. È stata un’impresa studiare e ricordare le diverse dinastia con le date ad esse collegate, ma alla fine ho portato a termine con grande successo la mia “missione”.
Studiando questa materia ho avuto modo di conoscere in modo più approfondito la figura di Akhenaton ( Aton è soddisfatto). Fino a qualche tempo fa si considerava questo sovrano come padre di Tutankhamon e la consorte, Nofretète o meglio conosciuta come Nefertiti, era la sua matrigna. Nuove ricerche considererebbero Akhenaton non più padre di Tutankhamon ma fratello di quest’ultimo. A quanto pare ( studi sul DNA devono ancora affermarlo) Tutankhamon era figlio di Amenhotep III e la regina Sitamun e quindi fratello del rivoluzionario faraone.
Ho sempre visto Akhenaton come colui che intraprese una grande “Rivoluzione Religiosa”, colui che per primo impose nel credo collettivo una religione monoteista. Unico dio adorato infatti fu, dopo la sua rivoluzione, Aton il dio solare. Dopo l’introduzione del nuovo dio cambiò il suo nome da Amenofi IV ad Akhenaton.
Il faraone però non fu solo questo, a quanto pare, il potente regnante non era così tanto abile nel governare il grande regno d’Egitto, preferiva dedicarsi alle arti e alle scienze filosofiche piuttosto che difendere le sue terre dai nemici, provocando così la perdita di grandi territori egiziani. A farsi carico dell’enorme peso della reggenza fu la consorte Nefertiti che, mentre il marito preferiva vivere agiatamente e senza pensieri nel palazzo reale, la povera regina dovette governare sul popolo abbandonato dal faraone.
Ancora una volta nuove scoperte gettano luce su precedenti certezze. Il passato non finirà mai di stupire l’uomo.

(foto: Famoso busto del faraone Akhenaton)

lunedì 5 ottobre 2009

A Crono toccò lo stesso destino del padre Urano

Le porte della gloria oggi si aprono a Crono e di come si sentì più furbo del padre credendo di non fare la sua stessa fine.
Crono sposò la sorella Rea, da lei ebbe tre maschi e tre femmine: Zeus, Posidone, Ade, Era, Demetra ed Estia (dea del fuoco). Consapevole di quanto i figli potessero essere pericolosi per i padri, non appena Rea partoriva un bimbo, Crono lo divorava in un unico boccone. Rea come precedentemente la madre, straziata dal dolore ed esausta della situazione, invece di consegnare Zeus nelle fauci del padre al suo posto fra le fasce mise una pietra. Crono come il padre si fece ingannare e divorò la pietra pensando che fosse il figlio.
Malgrado la sua cattiveria contro i figli a Crono è legato un periodo d’oro che io amo chiamare Golden age, infatti in questo periodo gli uomini vivevano con tranquillità, in questo periodo era permesso desiderare tutto in quanto ciò che veniva desiderato veniva donato. Vivevano senza la pesantezza della povertà e della malattia, i frutteti e i campi donavano deliziosi frutti e abbondanti raccolti senza l’affanno di coltivarli.
Alimento centrale era il miele distillato dalle querce di cui si cibavano sia gli uomini che le divinità. E' proprio di questo nettare Crono si inebriò quando cadde addormentato e il figlio Zeus lo portò incatenato nell’esilio dorato delle isole dei Beati.
Zeus prima di esiliare il padre, gli ordinò di far uscire da dentro di se i suoi fratelli e sorelle. Liberò inoltre Sterope il fulmine, Bronte il tuono e Arge il bagliore, i tre ciclopi nati da Gea e Urano, esiliati da Crono nel Tartaro ( dove Zeus in seguito rinchiuderà e Titani). Il tartaro era visto dai greci come un luogo sotterraneo, ma non identificabile con l’oltretomba. I testi narrano che se un oggetto veniva gettato in questa voragine, impiegava nove giorni e nove notti per raggiungere il suolo.
I tre zii per ringraziare Zeus di averli liberati, donarono al nuovo dio le caratteristiche che oggigiorno lo contraddistinguono come padre degli dei: il tuono e il fulmine.
Virgilio nel suo manoscritto “ Georgiche” narra come sia stata volontà di Zeus che gli uomini lavorassero per vivere. Da Zeus in poi, racconta Virgilio, l’uomo faticò per arare i campi, mai più fu felice in vita sua e fu preda di malattie e disgrazie. Il poeta narra anche di come il dio insediò nei serpenti il veleno e di come indusse i lupi a divenire cacciatori.
Fu così che l’uomo inventò il lavoro e i suoi attrezzi, gli uomini costruirono reti per pescare e redini per imbrigliare le bestie. Fu così che i mestieri nacquero.
Alcune fonti arricchiscono l’infanzia di Zeus, queste raccontano che il bimbo fu nascosto dalla madre in una grotta sul Monte Ida a Creta. Quando il bimbo piangeva i sacerdoti di Rea chiamati Cureti intraprendevano una curiosa danza e musica da cui nacquero i primi strumenti a percussione per nascondere le grida del bimbo.
E così Zeus vinse il padre divenendo presto Dio di tutti gli dei.

venerdì 2 ottobre 2009

Il primo sapone


La prima testimonianza dell'esistenza del sapone risale al 2800 a.C. e proviene dalla Mesopotamia. Anche i sumeri e gli egiziani producevano il sapone, mescolando il grasso animale o vegetale con la soda presente in natura. Gli inventori del moderno sapone però, furono gli arabi, i primi ad utilizzare, per la produzione la soda caustica già dal IX secolo.

Scoperta la più antica fibra

Una recente scoperta ha portato alla luce la più antica fibra di lino fabbricata dall'uomo. Il filamento è stato rinvenuto in una grotta della Giorgia risalente a 34.000 anni fa.
Secondo gli studiosi il filo di lino servì per unire insieme pezzi di pellame adoperati poi per l’abbigliamento o per farne delle calzature.
La fibra proviene da una pianta di lino selvatica e quindi non si tratta di materiale proveniente da piante coltivate.
Ciò che sorprende gli studiosi è la datazione della fibra, infatti fino al ritrovamento erano stati portati alla luce fibre di 13.000-21.000 anni fa.
Ancora una volta il passato torna alla luce per sorprendere l'uomo e mostrargli che non potrà mai essere cancellato.

(foto: fibre di lino e pianta essiccata)

Scoperta a Cuma una tomba del II a.C. con pitture parietali raffigurante un banchetto

Un banchetto per l’eternità sulle pareti della tomba del II a.C. scoperta a Cuma Campi Flegrei scoperta Tomba del II a.C a Cuma. Ph: fa...