sabato 5 settembre 2015

Ricostruzione in 3D del villaggio di Punta Alaca sull'isola di Vivara

Ricostruzione virtuale del villaggio
7 Settembre 2015 alle ore 10:00 presentazione delle recenti scoperte nell'antico villaggio di Punta Alaca  sull'isola di Vivara, presso il Palazzo della Cultura di Procida, in occasione del convegno con tema “Il progetto Terra e le prospettive di ricerca e collaborazione mediterranea nel settore dei Beni e del Turismo Culturali” .


Massimiliano Marazzi nel 1975 diede il via agli scavi sul sito del preistorico villaggio di Punta Alaca sull'isola di Vivara. Le rivelazioni tridimensionali, effettuati dai ricercatori dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, hanno contribuito a completare il precedente lavoro avviato da M. Marazzi.

Il sito indagato dal prof. Marazzi ha favorito a chiarire le rotte commerciali che avvenivano nel Mediterraneo, vie navali che dalla Grecia arrivavano nella nostra Penisola per lo stoccaggio delle merci verso l’entroterra della penisola.
L’indagine del sito è stata un’azione ardua, a causa della sua collocazione a 14 metri sotto il livello del mare. Gli esperti, guidati dall’architetto Leopoldo Repola, grazie ad un prototipo finanziato dal MIUR, chiamato Scubalibre, elaborato dai ricercatori dell’Università Suor Orsola Benincasa, sono riusciti a ricostruire l’intero apparato abitativo formato da scale che portava all’antico porto di Vivara.
La nuova ricerca ha condotto ad una restituzione grafica in 3D dell’intero abitato composto da capanne a pianta rettangolare edificate con materiale deperibile poste su terrazzamenti provvisti di scale e viottoli.
L’abitato del XVII secolo a.C. è stato rintracciato dal prof. Marazzi su una punta dell’Isola, la punta di Alaca. Qui, sono state rinvenute due capanne in pianta rettangolare di 4 metri per 8 metri di lunghezza. Sulla stessa Us (unità stratigrafica) sono stati riportati alla luce suppellettili utilizzati durante la vita quotidiana dall’indigeno (strumenti per la caccia, ciotole, strumenti per la filatura e recipienti in terracotta di grandi dimensione).
Scavi di Vivara
Molti manufatti locali arredavano le case del villaggio, ma ciò che rende importante il sito è il ritrovamento di materiale di importazione che testimonia il contatto commerciale, e quindi le rotte navali, verso il porto di Vivara. Il materiale importato (vasellame tornito) era il frutto dello scambio commerciale con il popolo Miceneo del XVII secolo a.C., che spintosi ad ovest scambiava i propri manufatti con rame e bronzo (Sardegna, Sicilia, etc.).
In un momento particolare, in cui verte la ricerca archeologica, tale evento mostra un interesse per lo sviluppo e la ricerca di aree archeologiche situate nel Mezzogiorno, e quindi, un coinvolgimento a valorizzare il patrimonio artistico e archeologico dimenticato da questo governo.

Vi rimando al sito dell'università Suor Orsola Benincasa per avere più informazioni del progetto "Terra": http://www.unisob.na.it/eventi/eventi.htm?vr=1&id=14770

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