giovedì 17 settembre 2009

Afrodite: il principio


Dopo aver affrontato l'argomento dell'origine del tutto nella mitologia greca, il posto di personaggio centrale oggi viene lasciato alla dea dell'amore, Afrodite.
Fu una divinità creata prima ancora di Zeus, a quanto pare per gli antichi greci l'amore era così importante da considerare Afrodite come colei che nacque prima fra tutti gli dei del Pantheon greco.
Ciò che rende famosa questa dea, oltre al fatto di essere legata all'amore, è l'unione con il Mediterraneo. infatti essa rappresenta la dea più antica, fra quelle conosciute, collegate al nostro mare. Afrodite nacque dal sangue di Urano, ma è dalle acque del Mar Mediterraneo che sorse e per questo ha conferito a questa divinità il titolo di Dea Mediterranea.
Come sappiamo e come già discusso, Afrodite nacque dalla spuma delle onde del mare e alcuni studiosi accosterebbero l'aspetto schiumoso delle onde con l'aspetto schiumoso dello sperma e quindi confermerebbe il dominio di Afrodite nella sfera sessuale e amorosa.
All'inizio la dea era collegata alla natura, ma nella Grecia classica perse questa qualità accostandosi invece alla passione dell'anima umana.
Afrodite con il passare dei secoli ha perso la sua origine cosmologica, però questo aspetto è possibile riscontrarlo in alcuni caratteri legati alla dea. Infatti, i Santuari a lei dedicata, sono collocati sulla cima dei monti. Questi luoghi sono considerati da sempre come punto di contatto tra il cielo e la terra. Quando i pellegrini giungevano in cima al monte erano accolti dalle Sacerdotesse che praticavano la "Prostituzione Sacra".
Un altro elemento che amplia la lista delle caratteristiche celesti è l'identificazione di questa divinità con il pianeta Venere (chiamata con questo nome anche dai Romani).
Come stella della sera annunciava le tenebre e quindi il sorgere del desiderio, ma veniva accostata anche alla morte perchè metteva in relazione il fuoco simbolo di passione e il freddo simbolo della morte e dell'assenza di luce. Quindi in Grecia Afrodite era rappresentata come dea dell'amore ma accostata anche alla morte. Questo accostamento, amore-morte, lo troviamo anche nella Venere Libitina (antica dea Italica il cui culto derivava da quello di Afrodite)dei Romani.
Afrodite è la dea Astarte per i fenici. Astarte veniva considerata come stella del mattino (associazione al pianeta Venere considerato stella del crepuscolo) ed era associata all’ardore della guerra. Un collegamento tra guerra e amore è visto nella storia di Afrodite quando compare nel racconto epico pure Ares, dio della guerra.
Afrodite, come molte divinità, è collegata ad altri Numi:
Venere Romana
Grande Madre
Inanna
Astarte
Iside
Il collegamento tra Vicino Oriente e Afrodite è molto forte soprattutto quando nella storia della dea compare la figura di Adone, visto dagli studiosi come il Tammuz siriano.
La storia dell’ amore con Adone è stata raccontata da diversi uomini nel passato, ogni racconto ha una versione differente, la più famosa è la seguente:
Adone era figlio di Smirna o Mirra, quest’ultima subì la vendetta di Afrodite perché la madre l’aveva definita più bella persino della dea dell’amore. Così Afrodite fece in modo che Smirna si innamorasse del padre e la indusse a giacere con lui dopo essersi ubriacato. Questo dopo essersi accorto dell’accaduto, inseguì la figlia già gravida, che supplicando Zeus o Afrodite per aiutarla fu tramutata in una pianta di Mirra. Il padre conficcò la spada nel tronco della pianta da cui uscì un fanciullo che la dea dell’amore prese con se. Lo chiamò Adone il cui nome significa semplicemente uomo. La dea vedendolo così bello decise di tenerlo tutto per se, lo chiuse in una cassa e lo affidò a Persefone, regina degli inferi, con la raccomandazione di non aprirla. La regina, curiosa più di Pandora, aprì la cassa e dopo aver visto Adone si rifiutò di restituire l’avvenente giovane. Fu chiamato come arbitro ( ruolo che compare spesso nella mitologia greca)Zeus, questo decise che il verdetto sarebbe stato pronunciato dalla Musa Calliope, musa della poesia epica, decise che Adone sarebbe stato libero per un terzo dell’anno, con Afrodite per un altro terzo e il restante periodo con Persefone. Il povero ragazzo oltre a perdere la libertà, dovette pure sopportare ferite dolorose, infatti per passare dalla vita alla morte, quindi da Afrodite a Persefone, veniva ucciso da una ferita provocata da un cinghiale. Nel passaggio dal mito orientale a quello greco il cinghiale atro non era che Ares geloso per aver subito il tradimento.
Malgrado il rapporto di parentela fra il dio della guerra e la dea dell’amore, essi erano legati da un legame sentimentale oltre che fraterno. La figura della dea è importante nella guerra, perché con i suoi impulsi benefici assopiscela crudeltà che il dio potrebbe portare sulla terra.
Proprio per gli impulsi benefici che porta, la dea fu associata alla colomba simbolo di purezza la purezza e amore verso l’uomo. Da ricordare che la colomba compare ad annunciare la fine del diluvio sia nella versione assiro-babilonese che in quella ebraica.
Come già detto Afrodite incarna anche la Grande dea Madre. Infatti nella sua forma di dea mediterranea incarna la Dea Madre, legata alla terra, alla fecondità di quest’ultima e ai suoi doni. Anche la dea Venere Romana prima di essere la dea dell’amore fu la dea dei giardini, degli orti e delle erbe.
Nel mito classico ciò che ricollega la Dea dell’amore con la terra è l’associazione alla mela, in particolare la cotogna, ma anche la rosa e soprattutto il mirto. La dea infatti dopo essere sorta dalla spuma del mare si nascose dietro ad un arbusto di mirto, che da allora restò legato alla dea.
Come Grande Dea Madre era collegata anche all’evento del parto, di questa caratteristica se ne conserva traccia nel culto attico di Afrodite Genetillide e in quello latino per la Venus Genetrix.
Altre fonti vedono la dea dell’amore come figlia di Zeus e Dione.
Accanto ad Afrodite era solito stare la figura di Eros, che per molte fonti fu generato ancora prima di Afrodite e fu appunto lui a far unire le primordiali forme. Eros fu poi considerato successivamente figlio di Afrodite, capriccioso bambino in grado di far sorgere un sentimento di puro amore anche nel cuore più freddo.
Questa fu la travagliata e immensa storia della dea dell’amore, lei è stata dimenticata ma il suo potere continua a sopravvivere oggigiorno.

3 commenti:

Scoperta a Cuma una tomba del II a.C. con pitture parietali raffigurante un banchetto

Un banchetto per l’eternità sulle pareti della tomba del II a.C. scoperta a Cuma Campi Flegrei scoperta Tomba del II a.C a Cuma. Ph: fa...