lunedì 5 ottobre 2009

A Crono toccò lo stesso destino del padre Urano

Le porte della gloria oggi si aprono a Crono e di come si sentì più furbo del padre credendo di non fare la sua stessa fine.
Crono sposò la sorella Rea, da lei ebbe tre maschi e tre femmine: Zeus, Posidone, Ade, Era, Demetra ed Estia (dea del fuoco). Consapevole di quanto i figli potessero essere pericolosi per i padri, non appena Rea partoriva un bimbo, Crono lo divorava in un unico boccone. Rea come precedentemente la madre, straziata dal dolore ed esausta della situazione, invece di consegnare Zeus nelle fauci del padre al suo posto fra le fasce mise una pietra. Crono come il padre si fece ingannare e divorò la pietra pensando che fosse il figlio.
Malgrado la sua cattiveria contro i figli a Crono è legato un periodo d’oro che io amo chiamare Golden age, infatti in questo periodo gli uomini vivevano con tranquillità, in questo periodo era permesso desiderare tutto in quanto ciò che veniva desiderato veniva donato. Vivevano senza la pesantezza della povertà e della malattia, i frutteti e i campi donavano deliziosi frutti e abbondanti raccolti senza l’affanno di coltivarli.
Alimento centrale era il miele distillato dalle querce di cui si cibavano sia gli uomini che le divinità. E' proprio di questo nettare Crono si inebriò quando cadde addormentato e il figlio Zeus lo portò incatenato nell’esilio dorato delle isole dei Beati.
Zeus prima di esiliare il padre, gli ordinò di far uscire da dentro di se i suoi fratelli e sorelle. Liberò inoltre Sterope il fulmine, Bronte il tuono e Arge il bagliore, i tre ciclopi nati da Gea e Urano, esiliati da Crono nel Tartaro ( dove Zeus in seguito rinchiuderà e Titani). Il tartaro era visto dai greci come un luogo sotterraneo, ma non identificabile con l’oltretomba. I testi narrano che se un oggetto veniva gettato in questa voragine, impiegava nove giorni e nove notti per raggiungere il suolo.
I tre zii per ringraziare Zeus di averli liberati, donarono al nuovo dio le caratteristiche che oggigiorno lo contraddistinguono come padre degli dei: il tuono e il fulmine.
Virgilio nel suo manoscritto “ Georgiche” narra come sia stata volontà di Zeus che gli uomini lavorassero per vivere. Da Zeus in poi, racconta Virgilio, l’uomo faticò per arare i campi, mai più fu felice in vita sua e fu preda di malattie e disgrazie. Il poeta narra anche di come il dio insediò nei serpenti il veleno e di come indusse i lupi a divenire cacciatori.
Fu così che l’uomo inventò il lavoro e i suoi attrezzi, gli uomini costruirono reti per pescare e redini per imbrigliare le bestie. Fu così che i mestieri nacquero.
Alcune fonti arricchiscono l’infanzia di Zeus, queste raccontano che il bimbo fu nascosto dalla madre in una grotta sul Monte Ida a Creta. Quando il bimbo piangeva i sacerdoti di Rea chiamati Cureti intraprendevano una curiosa danza e musica da cui nacquero i primi strumenti a percussione per nascondere le grida del bimbo.
E così Zeus vinse il padre divenendo presto Dio di tutti gli dei.

2 commenti:

  1. Ciao Aria (meraviglioso nick), grazie infinite per il tuo commento sul mio blog, mi spiace di essere l'unica sostenitrice per te al momento, ma è davvero strano perché hai un blog affascinante, interessante e ben organizzato... merita davvero; sono capitata qui cliccandoti su handmadeart e non mi aspettavo un blog di approfondimenti storici e curiosità del genere che io amo, quindi grazie per quello che offri al web, a me rendi un grande servizio :) ora mi ci faccio un giro... a presto!
    Adri

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  2. ho aperto il blog da un mese circa, giorno più giorno meno, per avere una certa affluenza in un blog alcune persone vanno a trovare altri spazi web in modo da attirarli nel proprio blog. A me questo non piace, quando ho creato questo blog non ho pensato: "voglio mille persone che guardano ciò che scrivo", ma la mia azione è stata mossa dalla volontà di aiutare le persone che non studiano archeologia, a riuscire a scindere ciò che è archeologia commerciale da quella che invece è la vera Archeologia...:)

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