giovedì 27 agosto 2009

Maya: fine del mondo 2012. Verità o False profezie?

Periodicamente uno studioso o un appassionato di storia ricorda al mondo la fatidica data 2012. Quasi tutti sappiamo che tale data designerebbe la fine del mondo. Ma riflettiamoci un po’. Questa profezia è stata predetta dai Maya nonché da altri profeti del passato che secondo alcuni non conoscevano le profezie del popolo sud americano, ma chi ci dice che entrambe le fonti non si siano mai incontrate? Ma procediamo per ordine.
I Maya, popolo precolombiano, erano ossessionati dal tempo; la loro convinzione universale era che il tempo fosse ciclico, che ogni cosa si ripetesse all’infinito. Erano convinti che il mondo avesse attraversato 4 cicli catastrofici calcolati con esattezza tramite la costruzione del loro calendario. Per contare gli anni, i Maya si servivano dei pianeti e soprattutto del pianeta Venere considerato come il fratello del sole e personificava un dio della guerra, come il Dio Marte romano. Secondo questo popolo al compimento del quinto ciclo la terra sarà nuovamente attraversata da cataclismi e distruzione. La data di chiusura del ciclo è stata calcolata secondo un ritrovamento archeologico, quello che viene chiamato il “Codice di Dresta”. Gli studiosi calcolando le informazioni del codice, sono arrivati alla conclusione che il quinto ciclo si chiuderà il 21 dicembre del 2012.
Alcune persone considerano la profezia dei Maya veritiera, perché un altro calcolo del popolo precolombiano avrebbe predetto con un ritardo di 33 secondi l’eclissi avvenuta l’11 agosto 1999; ma, secondo un mio parere tale teoria testimonia come questo popolo fosse un grande conoscitore degli astri, delle eclissi e di altre variazioni avvenute nella volta celeste e non dimostrerebbe che questa etnia avesse poteri profetici. L’uomo odierno viene influenzato da queste profezie perché i Maya parlavano di inondazioni, di terremoti e altri cataclismi naturali; tutti da riscontrare con ciò che sta succedendo oggi. A mio avviso, quel che oggi sta attraversando il nostro pianeta non è il compiersi dei presagi, ma, semplicemente il compiersi dell’operato distruttivo dell’uomo. La fine dell’umanità non avverrà perché è stata predetta da una popolazione più di 3000 anni fa, ma, semplicemente perché l’uomo sta distruggendo se stesso e il mondo. L’uomo non è più in grado di procreare e questa per me ha solo un unico nome: selezione naturale, nulla a che vedere con disastri profetici. Quando l’uomo riuscirà a riparare il proprio DNA, quando il genere umano sarà in grado di riprodursi nuovamente senza l’aiuto di nessuna provetta, allora avrà vinto la sfida contro la teoria di Darwin. La fine dell’uomo non significa la fine del mondo. Ogni antica civiltà parla di una fine del nostro pianeta, a prescindere che sia già avvenuta o dovrà ancora avvenire, questo testimonia come l’umanità nel tempo sia accomunata da un unico elemento, la paura della morte.
Una cosa è certa l’uomo non finirà mai di porsi delle domande se finirà il mondo oppure no, cosa c’è nell’aldilà e altri simili o dissimili domande e la vita con puntualità sceglierà se darci le risposte oppure negarcele. Kant diceva: “La ragione umana viene afflitta da domande che non può respingere, perché le sono assegnate dalla natura della ragione stessa, e a cui però non può neanche dare risposta, perché esse superano ogni capacità della ragione umana”
A voi le conclusioni.





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